Quando il cecchino spara a salve

Ho fatto domanda per essere accreditato a Bto – Buy tourism on line, la rassegna di incontri che parleranno di turismo e tecnologie. Tra i tanti e diversi appuntamenti mi ha incuriosito uno in particolare: Il cecchino miope. La comunicazione del territorio come autocelebrazionedi venerdì pomeriggio 19 novembre.

Il perché è presto detto:

  • parla della comunicazione di istituzioni pubbliche
  • dice le cose come stanno
  • ha il coraggio di dirle

Non mi ero ancora cimentato nell’analisi della comunicazione di Regioni e Apt sul tema turismo e promozione del territorio; dopo aver letto la storia del cecchino mi si è aperto un nuovo mondo.

Un mondo fatto di parole e visioni che lodano (e imbrodano) chi le commissiona, con buona pace dell’interlocutore che, direi, ormai non ascolta più. Il problema lo mette bene a fuoco il post segnalato sopra ed è un grosso problema.

La Pubblica Amministrazione non pensa al destinatario della sua comunicazione, non va oltre il già detto e non si sforza di elaborare un messaggio alternativo che proponga un contenuto nuovo; rimane così fossilizzata a luoghi comuni, cose già viste e frasi già dette. Di riflesso anche i suoi spot e le sue campagne di comunicazione ripetono messaggi ormai stantii.

Niente di nuovo, pare essere tornati ai tempi durante i quali era una direttiva a a bandire il burocratese dalle P.A. e un’altra che le obbligava ad ascoltare. Se le amminstrazioni ascoltassero davvero i cittadini, non ci sarebbe burocratese e magari le dichiarazioni dei redditi si farebbero on line (altro che guida al modulo da compilare!).

Insomma se solo le P.A. ascoltassero, probabilmente non sparerebbero più nel mare degli spot televisivi zeppi di cliché, ma andrebbero a colpo sicuro, magari con altri canali. Tutto questo ragionamento è nato dal post del cecchino miope; ecco perché voglio andare al panel del 19 ed ecco perché seguirò con attenzione Andrea Ruggeri.

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