Ci sono diversi motivi per i quali Jack Dorsey, fondatore e amministratore delegato di Twitter, non era al tavolo con i grandi dell’industria tecnologica “made in U.S.A.”.
Riprendendoli brevemente questi sono gli scenari dati per possibili:
- Trump se l’è presa perché Twitter non gli ha concesso di avere un emoji tutto per sé (per la sua campagna elettorale) che avrebbe dovuto raffigurare Hilary Clinton “scottata”
- Dorsey prima delle elezioni ha intervistato niente popo’ di meno che Edward Snowden. Considerato che i politici di destra in U.S.A. lo considerano un traditore, facile pensare “se l’è andata a cercare”
- La notizia ufficiale è invece che Twitter è troppo piccola per potersi permettere di parlare con il Presidente Eletto. O meglio dà lavoro a troppe poche persone, muove troppo poco capitale, per essere degnata di uno sguardo presidenziale (qui lasciamo perdere ogni discorso che potrei fare sull’impatto sociale e non economico degli strumenti, ma è un altro discorso).
Andiamo con ordine: perché questo incontro?
Apparentemente perché Trump voleva dare un messaggio chiaro a chi porta miliardi nelle proprie tasche dicendo loro che l’amministrazione è lì per “aiutarli”. Come se ne avessero poi tutto sto bisogno, probabilmente avrebbe potuto dire “Non vi intralceremo”.
C’erano tutti i big, o quasi come detto sopra, Bezos compreso. Proprio lui che venne minacciato da Trump in campagna elettorale per avergli dato contro (Bezos oltre ad avere Amazon comprò il Washington Post nel 2013). Glaciale la chiosa di un articolo del NYT:
Cosa succederà adesso?
Non si sa di preciso, ma Trump ha promesso un incontro ogni quattro mesi per fare il punto sulle politiche dell’amministrazione in tema tech.
Una questione di soldi?
Ovviamente sì (il Corriere cita anche la promessa di un abbassamento degli utili di impresa dal 35% al 15%), ma anche di rapporti con la Cina (alla fine gli iPhone li producono laggiù) e soprattutto di politiche sull’immigrazione visto che gli ingegneri di Google e Apple vengono dall’India e che il tetto dell’H1B (il visto di lavoro attraverso il quale gli immigrati possono accedere negli U.S.A.) è da anni in discussione. Obama infatti avrebbe voluto aumentare il numero di 65.000 visti rilasciati ogni anno (+ altri 20.000) proprio per soddisfare (anche) questa necessità.
Cosa cambierà
Potrebbe cambiare proprio quest’ultimo aspetto, di cui appunto si parla negli U.S.A. da un po’ di tempo: il numero dei visti H1B. Anche i rapporti con la Cina potrebbero cambiare, ma probabilmente solo se Trump mantiene la promessa di incentivare la produzione dell’hardware in suolo americano.