Le news su Facebook? A ciascuno le sue!

Image credits: margolove @flickr

Pensando agli aggiornamenti di status delle principali testate italiane riflettevo sulla loro inutilità all’interno dei social network.

Che ci stai a fare se devi darmi la stessa informazione, nello stesso modo che potrei avere entrando nella tua home page?

Ok, per chi sta sempre connesso su Facebook è comodo, ma insomma sei in un social network non nel tuo sito con una comunicazione “molti a molti”; sui social network si crea relazione.

Dove sta la relazione se neanche rispondi ai commenti? Come è comprensibile visto l’alto numero di utenti che hanno le pagine de Il Corriere della Sera e la Repubblica (55.231 e 220.867 fan).

Perché non creare più profili divisi per area tematica? “Repubblica politica“, “Corriere Sport“, “La Stampa Editoriale” e via dicendo.

In questo modo potrebbero:

  • offrire al lettore la possibilità di essere aggiornato solo sui temi che gli interessano davvero
  • ottenere un pubblico che si targettizza da solo
  • creare finalmente una relazione con i lettori

Così nel primo caso, guardandolo dalla prospettiva del lettore, si avrebbero news interessanti. Sempre o quasi. Evitando di replicare sulle pagine Facebook quella selezione delle notizie che ci troviamo quando siamo davanti alla pagina web del quotidiano. Quest’ultima è infatti la destinazione ideale per chi vuole fruire il giornale “alla vecchia maniera”, con tutte le notizie disponibili in un unico contenitore.

Nel secondo caso è utile invece al reparto marketing del giornale: avere separati i lettori in base ai gusti (politica, tecnologia, inchieste -magari!-, editoriali, etc.. ) è una buona base di partenza, a costo zero, per poter elaborare iniziative mirate.

Tutto questo porterebbe alla creazione di una relazione con gli utenti più diretta e probabilmente più produttiva e coinvolgente per un lettore.

Trovo difficile infatti, allo stato attuale, che si possano seguire tutti i commenti alle notizie date ora dopo ora dalle like pages dei grandi gruppi editoriali.

Meglio separare le aree di interesse e delegarne la gestione a redattori di competenza in grado magari di creare anche del valore aggiunto (nella sezione tecnologia ci può stare di scambiare battute con un esperto, o, più realisticamente, con un ex dipendente che ha da ridire sulle politiche della azienda x).

Sono stanco di vedere notizie tipo: «Lettera di una sedicenne. “Io in vacanza tra i forzati del ballo. Meglio lavorare”» (dalla pagina facebook del Corriere della Sera del sette settembre, ore 12.42), già me le propinano nelle loro home page, non mi assillate di scemenze anche su fcb!

[Aggiornamento 30 settembre] Mi auguro che ci sia un utilizzo più efficiente dei social network delle testate nazionali, soprattutto dopo l’editoriale di De Bortoli: sempre che non siano troppo occupati a far pagare i loro contenuti on line.

Lettera di una sedicenne 16enne. “Io in vacanza tra i forzati del ballo. Meglio lavorare”

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