Una vera e propria dittatura televisiva del Pdl e del suo uomo di punta: Silvio Berlusconi. Questo è quanto emerge dai dati dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che ha monitorato le presenze politiche all’interno dei telegiornali tv delle tre emittenti televisive nazionali.
Anche qui sua emittenza detiene il monopolio. Sebbene prendendo in esame i tempi di copertura delle informazioni politiche dei telegiornali di Rai, Mediaset e La7 ad un primo sguardo sembra che sia stata data più rilevanza al Pd rispetto al Pdl. Il Pd infatti ha ottenuto una copertura televisiva superiore di un terzo rispetto al Pdl: sei ore e venti contro nove e trenta.
Se però consideriamo il tempo televisivo dedicato al Presidente del consiglio sommato a quello del suo partito politico, il tempo di presenza televisiva del Popolo della Libertà con quello nel quale parla il Presidente del consiglio, si nota una schiacciante presenza mediatica dei personaggi del Pdl.
Il Pd infatti rimane a nove ore e trenta, mentre il Pdl con il suo presidente, schizza a 26 ore e 12 minuti. Sommare i due tempi sembra naturale anche in considerazione della voracità propagandistica del Silvio nazionale che sfrutta ogni uscita pubblica, ogni intervista, ogni presenza catodica pur di fare campagna elettorale o veicolare i suoi messaggi politici, ultimo episodio clamoroso il discorso alla Confesercenti di Roma di fine maggio 2009.
Anche se lo scandalo con Noemi Letizia e dei voli di stato per uso privato hanno aumentato molto la presenza del Premier in tv, la sua presenza televisiva, nello stesso mese di maggio, rimane sempre un margine molto alto.
Tutto questo in una situazione dove “il 69,3% degli elettori ha formato la sua scelta attraverso le notizie e i commenti trasmessi dai telegiornali”; come recita una indagine del Censis. Cose ‘e pazz!
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