Da sapere:
- Hanno dichiarato di aver avuto incassi per 500M di dollari solo l’anno scorso e solo da ricavi nel digitale
- BuzzFeed, The Guardian e The Washington Post messi insieme lo scorso anno non hanno raggiunto la stessa cifra
- La sua forza lavoro è di circa 1300 giornalisti
- Licenzieranno alcuni giornalisti, ma investiranno 5M di dollari nella strategia futura
Non è solo una questione economica, ma anche e soprattutto di qualità che passa attraverso la definizione di obiettivi delle singole sezioni del giornale e una maggior efficienza. Di tutti.
Al NYT puntano a aumentare il numero degli abbonati e nel report 2020 scrivono che non saranno soddisfatti finché non potranno sostenere la loro redazione con i soli soldi degli iscritti/abbonati.
Nel report che si intitola “Journalism That Stands Apart” si nota una differenza principale nello stile e nel metodo rispetto per esempio al Washington Post il quale punta molto sul video annunciando l’assunzione di 30 persone per potenziare il suo reparto. Nel NYT infatti il video viene trattato come uno dei media con i quali le storie vengono raccontate. Si parla di strategia non di strumenti, di obiettivi non di mezzi, di persone non di BOT.
Si pongono come obiettivo quello di potenziare sì l’aspetto visivo dei loro pezzi, ma puntando comunque sull’inchiesta, l’informazione di qualità e gli articoli lunghi. Hanno notato infatti come i contenuti meno letti siano quelli che non offrono informazioni aggiuntive, non danno un contesto, ma magari sono solo di aggiornamento.
Si pongono anche un obiettivo: coprire la presidenza Trump nel modo più professionale, determinato, equo. Per fare questo al meglio si sono dotati anche di un investimento ulteriore di cinque milioni di dollari.
Nel report si legge anche che i giornalisti devono avere un tono meno istituzionale e più dialogante con il pubblico, nell’intero giornale, non soltanto sui social media.
Pensano inoltre a una nuova organizzazione delle aree del sito, citando i due esperimenti portati avanti fino a ora: “cooking” e “watching”.
Si propongono di essere utili a chi legge, perché troppo spesso non lo sono. “I lettori chiedono consigli, ma noi troppo spesso non ne diamo”. Ecco perché hanno acquistato “The Wire Cutter”: la rivista online di recensioni di gadget e tecnologia (utilissima, lettura consigliata!), uno dei pochi prodotti editoriali a fare soldi con le recensioni e no, non sono blogger 🙂
C’è anche tanta autocritica: dall’analisi dei lettori emerge infatti come non ci sia un rapporto con la community, un processo che deve cambiare e che deve vedere coinvolta la redazione nell’attirare l’attenzione dei lettori anche al di fuori dei piccoli angoli che per ora vanno, come i post ben fatti e le ricette di cucina.
Altro punto dolente risulta essere la non perfetta organizzazione delle redazioni, dove, in particolare, la tecnologia viene trattata solo come legata al fare impresa, ignorando così tutti gli altri aspetti in cui questa incide come: arte, moda, politica.
Non finisce qui, perché il report analizza anche il modo in cui i giornalisti vengono coinvolti nella redazione, facendo notare (altra autocritica) come ci sia bisogno di formazione per le diverse piattaforme e come ad ora questa formazione si fatta un po’ a casaccio (“haphazard”).
Si fa notare anche come il NYT non abbia le carte in regola per poter fare un passo in avanti verso la completa digitalizzazione, anche culturale, in quanto ancora troppo radicato e rivolto alla versione cartacea. Come dire: le abitudini sono dure a morire.
Parola chiave: differenziare lo staff
Formazione e pianificazione dell’arricchimento della forza lavoro, questa in sintesi la direzione segnata nella nota a margine della visione del NYT da Dean Baquet (direttore esecutivo) e Joe Kahn (direttore editoriale).
Non solo ma gli stessi segnalano i risultati di una ricerca tra i lettori che dipinge un giornale interessato più agli uomini che delle donne, sottolineando una preferenza di genere percepita dai lettori. Anche in questo caso si promettono di rimediare a questa differenza di trattamento di genere, inserendo più citazioni di donne “che contano”, più foto, ma anche più giornaliste in redazione.
Il rapporto con i lettori
Per chi stiamo scrivendo? Questa la domanda chiave che tutte le testate giornalistiche dovrebbero chiedersi, ma che, evidentemente, non molti fanno. O perlomeno non tutti prendono in seria considerazione.
Proprio partendo da questo assunto però, al NYT hanno pensato di inserire un “vision plan” per ogni sezione del giornale, questo piano deve dare indicazioni in merito a: quali argomenti trattare, il pubblico di riferimento, come la storia verrà fruita dal lettore, ma anche che tipo di caratteristiche deve avere il gruppo che lavorerà sul quel pezzo.
Non solo ma si incita anche a impostare specifici traguardi, chiari, in grado di poter essere facilmente compresi e tali da rappresentare il punto di arrivo del lavoro della redazione. Visto inoltre che nel giornalismo digitale è forte la presenza della sperimentazione, impostare traguardi chiari serve anche a determinare cosa ha successo e cosa no, facilitando la decisione sulla chiusura di un progetto specifico o meno. Provare, fallire, ricominciare.
Visualizzazioni ≠ successo
Viene chiarito a caratteri cubitali che il Times NON è un giornale che fa soldi sulle visualizzazioni, ma sulle iscrizioni. Si accenna anche a una nuova metrica, alla quale sta lavorando Laura Evans del “audience insights group”, metrica, confidano, in grado di essere il nuovo punto di riferimento per giudicare il successo degli articoli pubblicati.
Innovazione prima di tutto
Si ripromettono di creare un team dedicato all’innovazione del prodotto, il quale dovrà tenere d’occhio soprattutto la home page che, si sottolinea nella nota di Baquet e Kahn, poco riflette le priorità editoriali del giornale. Naturalmente al nuovo gruppo di lavoro viene dato l’ulteriore incarico di proporre nuovi formati per raccontare le storie, scrivere gli articoli. Non sarà un caso che hanno annunciato da poco l’apertura del loro canale su Snapchat (sezione “Discover” non è un profilo).
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