Dopo il ripensamento di Ev Williams, fondatore e CEO di Medium nonché Co-fondatore di Twitter, a proposito dell’adv online e di come questo sia il male perché contribuisca a rendere i contenuti più frivoli e volti a acchiappare click e non informare, adesso è tempo di cambiare marcia. Dopo nove mesi di gestazione è saltata fuori l’idea: chi pubblica su Medium avrà la possibilità di essere pagato a “Claps”. Applausi.
Così, dopo aver garantito l’accesso a questa soluzione a una piccola cerchia di persone, adesso chiunque pubblichi contenuti su Medium potrà inserire il PayWall che garantirà entrate dirette agli autori. I primi ad aver usato il sistema parlano di entrate pari a 0,33 centesimi (di dollaro) a clap.
Come funziona il nuovo Medium
Si entra a far parte dei contributori della piattaforma e si comincia a pubblicare. Si viene pagati sulla base di quanto coinvolgimento riusciamo a ottenere, secondo alcuni indicatori di qualità come: il numero di clap e il tempo medio speso sui nostri articoli.
Quindi: i lettori che si iscrivono alla piattaforma pagano 5 dollari al mese (se si fa l’abbonamento annuale diventano 50 all’anno, poco più di quattro al mese), quando un sottoscrittore (pagante) legge i post su Medium può mostrare il suo apprezzamento dando clap (quel bottone in fondo a destra dello schermo), senza limiti (si possono dare quanti clap ci va). Bene, sarà così che chi ha scritto quel post (e inserito lo stesso nella categoria “only membership”) riceverà parte dei 5 dollari di sottoscrizione che l’utente pagante ha pagato.
Infatti, si precisa nelle FAQ, se un sottoscrittore guarda e fa clap solo sui post di uno specifico autore quell’autore riceverà l’intera quota del sottoscrittore (5 dollari appunto) per il mese. I pagamenti vengono corrisposti mensilmente.
I punti importanti del nuovo Medium
Veniamo al dunque e sintetizziamo bene i punti più importanti di questa operazione:
- l’autore viene pagato
- non c’è pubblicità
- il lettore può decidere dove distribuire la quota del suo abbonamento
Medium si concentra sulla qualità, espressa in numero di apprezzamenti dei lettori (clap) e tempo speso sui post (=engagement) - l’autore dei post su Medium può decidere se e quando bloccare l’accesso ai suoi articoli anche dopo averli pubblicati. Può quindi decidere se, dopo una prima distribuzione gratuita, renderli ad accesso riservato solo ai membri della piattaforma
- il lettore può leggere massimo tre post riservati agli iscritti, al mese. Dopodiché dovrà fare l’abbonamento se vorrà continuare a leggere post riservati agli iscritti alla comunità
Rimarrà quindi importante per chi scrive post dentro Medium la distribuzione, o meglio, la promozione dei propri contenuti. Continuerà a essere una piattaforma per la creazione di contenuti e una community di lettori. Diventa così importante conoscere un po’ di numeri prima di tuffarsi nel grande mare dell’opportunità (non certo di business) dell’economia dell’attenzione.
Medium: i numeri del sito e della community
Dati anno 2016
- 60 milioni di visitatori (a Gennaio 2016 ne dichiarava la metà)
- 7,5 milioni di post scritti
- 4,5 milioni di ore spese al mese dagli utenti
- Secondo Semrush di visitatori italiani ce ne sono ben pochi
Fonti usate:
VentureBeat
DigitalTrends
Il trend nell’adv online per ora sembra andare proprio nella direzione dell’engagement e non del click. Non senza critiche l’agenzia media “Fusion” (Gizmodo per capirci), ha proposto un nuovo modello di pubblicità seppur ancora banner: più sarà coinvolgente il tuo spazio pubblicitario (in termini di interazioni) più lo premieremo. Questa la filosofia. Non che siano tutti d’accordo (vedi citazione qui sotto), ma la tendenza sembra essere quella di premiare l’interesse, non più il click.
Medium e qualità Vs quantità
Non posso che essere in sintonia con la nuova strategia disegnata dal suo fondatore, soprattutto perché è un segnale, forte, di discontinuità con quanto si sta facendo adesso: dove a generare introiti per l’editore sono una serie di click su spazi inseriti nelle pagine di articoli, home page, di tutto il globo. Una dinamica che ha generato non poche distorsioni e che ha reso l’editoria schiava del click a tutti i costi (fake news e gossip nelle migliori home page dei siti dei quotidiani italiani sono solo due esempi).
Non so se è LA soluzione, ma è sicuramente UNA soluzione. Rimane da vedere come e se funziona questo nuovo meccanismo e, stando alle regole del mondo della “beta-perenne”, seguirne le evoluzioni. Magari iscrivendosi a Medium Pro 😉