- BuzzFeed ha mancato gli obiettivi di business del 2015 (170M di revenue invece di 250M)
- Ha comunque preso due round di investimenti da 200M ciascuno da NBC news per i video
- Ci sono comunque critiche al modello di business giudicato troppo debole per giustificare un valore di oltre 1.5miliardi (di dollari)
- L’azienda è nata nel 2006 e ha 175 dipendenti
- Cercano editor 🙂
Come funziona BuzzFeed, come fanno i soldi, perché sono così famosi?
Da noi probabilmente se n’è sentito parlare per via dell’inchiesta sul Movimento 5 Stelle in cui il movimento-partito veniva descritto come una fucina di bufale attraverso un ecosistema di siti che si linkano tra loro e con una vasta visibilità.
BuzzFeed però è, ovviamente, ben altro: un fenomeno che guardo con interesse da tempo. Per qualcuno sono “quelli dai video scemi”, o quelli dai “video virali” (forse anche a ragione, visto che la stessa redazione di BuzzFeed nel 2012 cancellò 4mila notizie considerate, di fatto, sceme).
Questa strana creatura che, attenzione, non usa banner nei suoi siti, ma solo pubblicità fatta con articoli legati ai singoli temi della testata (pubbliredazionali, markette, native advertising, brand journalism, chiamateli come vi pare).
Si compone di diverse redazioni, anche se adesso, da agosto 2016 per la precisione, sono solo due le macroaree: BuzzFeed News e BuzzFeed Entertainment Group, la prima con sede a New York e la seconda a Los Angeles (vicinanza con gli Studios, tra poco vedremo perché).
Oltre ai rami aziendali di cui sopra che già identificano le due aree su cui la testata punta, ci sono diversi strumenti che vengono usati e che aiutano l’editore a raccogliere la pubblicità: articoli (ovviamente), inchieste, quiz, ma soprattutto video che rappresentano da soli più del 50% delle entrate totali.
Il suo punto di forza sono le condivisioni sui social media, cosa che sta a cuore al fondatore Jonah Peretti (co-fondatore dell’Huffington Post per dire), il quale ha sviluppato un algoritmo (Viral Rank) che valuta il grado di viralità di un contenuto, aiutando il giornalista a capire come meglio modificare il pezzo per poter aiutare (velocizzare) la condivisione sui Social Media. Questo spiega come abbiano fatto nel 2014 ad avere il 75% delle visite provenienti dai Social (Facebook, Twitter e Pinterest).
Sono anche molto attenti anche alla frammentazione del pubblico e a intercettare le loro esigenze informative, con la creazione di differenti pagine Facebook che, manco a dirlo, hanno milioni di seguaci, divisi per tema: Tasty (con diverse declinazioni per i mercati spagnoli, tedeschi, giapponesi e altri), per la cucina ovviamente, Nifty, per il grande trend del fai-da-te (DIY in inglese).
Internamente gli editor vengono giudicati sulla base della somma delle performance degli articoli che hanno scritto e vengono aiutati, come detto, dal Viral Rank.
Gli aspetti che colpiscono di più di questa storia secondo me sono: la vision e la filosofia a monte del business. Puntano molto sui video, come detto sopra, tanto da aver ingaggiato Ze Frank (intrattenitore, showman) e metterlo a capo della sezione intrattenimento e lui è molto chiaro in quanto a vision:
Quella frase incarna anche la filosofia che sta dietro tutto questo modello di distribuzione delle notizie: sperimentare, testare, per rompere gli schemi per trovare la chiave giusta. Provando.
Anche perché, sostiene sempre lo stesso Frank, le persone amano i brand, manca solo la consapevolezza di come incoraggiare un genuino rapporto tra questi ultimi e i lettori.
Per approfondire:
BuzzFeed in lizza per il premio azienda dell’anno (poi vinto da RiotGames)
L’intervista al fondatore Peretti, con molte informazioni