Google Vs Unione Europea: ovvero che cosa sta succedendo e perché Brussels ha deciso di intervenire (dopo anni di indagini).
Da giovedì 28 settembre Google ha dovuto cambiare strategia in uno sei servizi che forniva tramite la sua ricerca: Google Shopping. Stiamo parlando di quella barra laterale poco sotto il campo di ricerca che compara i diversi oggetti che stavi cercando. Un vero e proprio comparatore di prezzi, come TrovaPrezzi, Kelkoo e altri.
Google Vs Unione Europea: il problema
Il fatto è che Google Shopping potrebbe modificare le opportunità di partecipazione nel mercato online ai venditori, visto e considerato che è proprio Google a decidere chi inserire nel carosello dei rivenditori che vendono online il prodotto che stiamo cercando in quel momento.
Google Vs Unione Europea: antefatto
L’Unione Europea indaga su Google già dal 2010 su questo e altri aspetti (posizione dominante di Android negli Smartphone). L’Unione Europea ha già multato Google per 2,4 miliardi di euro (il 10% del fatturato annuo); ma quello che più interessa all’interno della vicenda Google Vs Unione Europea è il cambiamento, forzato, della strategia del colosso californiano imposto dall’UE.
Non è la prima volta, in tempi recenti, però che Google deve cambiare la sua strategia in piccoli (o grandi) processi aziendali. Ricordiamoci che fino a tre anni fa il “diritto all’oblio” era fantascienza.
Ovviamente, sia per il tema dell’intervento (l’imminente, entro fine 2017, decisione in proposito della posizione dominante di Android) che per la multa comminata, l’operazione ricorda molto quanto avvenne con Microsoft a proposito del browser Explorer integrato nei suoi sistemi operativi.
Google Vs Unione Europea: la versione del gigante USA
Naturalmente Google non è stato a guardare. In un post scritto da Barry Lynn, la compagnia americana spiega che, per esempio, nel mondo degli acquisti online dei voli (situazione simile al discorso del confronto prezzi dei prodotti di cui si discute ora) non c’è stata alcuna influenza negativa o distorsione del mercato, come invece avevano pronosticato altri giganti nella comparazione dei prezzi dei voli: Kayak, Expedia, per esempio. Anzi, fanno notare come il risultato, per il consumatore, sia una maggiore scelta e un servizio migliore.
… e quella degli uffici di Brussels
Arrivare in 4° pagina tra i risultati di ricerca se io cerco un prodotto non è certo appagante per chi si inserisce nell’affollato mercato dei comparatori di prezzi. Non è poi certo gratificante se a relegarti in 4° pagina non è la meritocrazia alla Google (il suo algoritmo), ma lo stesso motore di ricerca in via del tutto discriminante. Come ha fatto notare l’UE. Proprio per evitare il ripetersi di questi episodi che l’Unione è intervenuta sullo strumento shopping.
Dunque per esperti del braccio armato dell’Unione, la Commissione Europea, Google deve cambiare. Subito. Il termine ultimo infatti è già scaduto (il 28/09/2017) e il risultato è stato che adesso, in Europa, Google ha messo all’asta anche le posizioni della posizione shopping.
Google Vs Unione Europea: non proprio un bel periodo per l’azienda californiana
Google infatti, come dicevo prima, ha di fronte anche un’altra scadenza importante: il giudizio dell’Unione Europea sulla posizione dominante del suo sistema operativo. O meglio dei servizi all’interno del sistema operativo. Sembra infatti che Google imponga l’inserimento dei suoi pacchetti di lavoro, delle sue app, ai produttori di smartphone, i quali si vedono facilitare il lavoro (=la produzione, quindi soldi in più o risparmiati) se forniscono le app di Google preinstallate nel telefonino. Ricorda qualcosa?
Perché è un tema importante
Per esempio per mandare un messaggio ai giganti del web (Google, ma anche Facebook o Amazon) e permettere alla concorrenza di trovare terreno fertile, così da sviluppare altre soluzioni.
Non è la prima volta che l’UE interviene: diritto all’oblio con la stessa Google, “il caso Explorer” con Microsoft e la multa a Apple per agevolazioni fiscali in Irlanda sono tre esempi dell’attivismo della Commissione negli ultimi tre anni. Questo quindi è un altro tassello nella regolamentazione pubblica su fenomeni “nuovi” (si fa per dire, ma si sa che il Pubblico è sempre più lento del privato).
Anche per questo motivo la vicenda è da seguire da vicino, soprattutto per gli effetti che produrrà. Ci sarà davvero una differenziazione degli attori che si contendono lo shopping online?
Google Vs Unione Europea: pro o contro?
Difficile stabilire da che parte stare nel duello Google Vs Unione Europea. Di certo i vantaggi per una operazione antitrust potrebbero essere quelli, appunto, di maggiore apertura al mercato, in un settore molto competitivo.
Dall’altra mi pongo il problema dell’intervento dei governi nel regolamentare dinamiche manovrate dal mercato: non a caso in USA non hanno espresso posizioni, né, apparentemente lo faranno. Sarà anche per merito delle operazioni di lobbing che la casa di Mountain View fa annualmente nei confronti della Casa Bianca.
Nota: nel testo ho sempre scritto “Google Shopping”, ma in realtà mi riferisco alla sezione shopping dei risultati della ricerca su Google. Google Shopping infatti è un sito a se.