Venerdì 21, dopo la presentazione in Comune a Capoliveri, si parte. Capoliveri-Portoferraio a velocità supersonica (ma sempre nei limiti della legge si intende): sono le 16 e il traghetto parte alle 17. Una delle poche combinazioni utili per arrivare a Livorno in tempo per la cena con un mio caro amico.
Pronti, via. Tra i “lisci” (passare accanto a) ai ragazzi che escono dal tempo pieno delle scuole a San Giovanni (località in zona Portoferraio) e lo slalom per evitare le buche arrivo sano e salvo a casa.
Butto dentro le ultime cose in valigia, controllo di aver preso tutto, uno sguardo al meteo mare. Agitato, ma abbiamo avuto tempi peggiori.
Mi faccio accompagnare in biglietteria, tempo di entrare e vedo un cartello: “La corsa delle 17 è stata sospesa”. Chiedo spiegazioni e mi sento dire che: “La nave non parte per problemi tecnici”.
Ok, nessun problema. C’è la Moby penso. Sì, ma alle 18.30, sempre che il mare non aumenti e comunque arriverei troppo tardi a Livorno, sarebbe inutile. Blu Navy neanche a dirlo: “Corse sospese causa maltempo”. Delirio, ma penso che partire l’indomani con più calma e certezza mi farà passare tutta la rabbia per aver rinunciato forzatamente ad una bella serata tra amici.
Torno a casa, sbrigo due cose di lavoro, cena e a letto.
Sabato 22 ci riprovo: nave Toremar delle ore 8, coincidenza (chiamiamola così) con il treno che parte alle ore 9.16. La nave è strapiena, complice forse la mancata partenza della Moby delle 7.30.
Non mi scoraggio e cerco di dormire un po’. Niente da fare troppa gente che parla a voce alta e troppe suonerie demenziali a tutto volume. Pazienza, sonnecchierò sul treno.
Si intravede il porto di Piombino e mi avvio all’uscita: bisogna essere tra i primi altrimenti si rischia di perdere il treno. Quindi appena aperta la porta della nave, via di corsa in una specie di gara tra lavoratori (pendolari) e famiglie pronte per la gita fuoriporta. Una scena talmente assurda, quasi comica che ricorda Fantozzi quando vuole prendere il bus al volo.
Arrivo al binario e il treno è fermo. Vai! Apri la porta, gira la maniglia, apri la porta. Ehi, apri, apri!!! Niente da fare, il treno parte. Le porte erano già chiuse.
Guardo incredulo il treno partire e dopo diversi storpiloqui (lo ammetto ho rischiato di uscire dalla casa) mi avvio mesto mesto verso la stazione marittima. La butto sull’ottimismo: “Meglio, faccio colazione con calma e mi riprendo dal torpore mattutino”. Penso nonostante il fiatone e l’acido lattico che balla la samba nelle gambe.
Controllo gli altri orari dei treni grazie allo smartphone: 11.30 altra coincidenza con un bus. Non mi fido e guardo anche gli orari appesi, sorpresa: un orario parla di un treno che parte alle 11.30; un altro di un bus che parte alle 10.23 e un altro ancora del bus che avevo visto.
Ok, qualunque mezzo ci sia si parte. Questo è sicuro.
Faccio colazione e verso le 11.15 mi avvio a prendere l’autobus. Peccato che non arriverà mai! Ad aspettare trovo un altro ragazzo elbano con lo stesso problema. Alle 12 mi preoccupo e (visto che ormai avevo perso ogni coincidenza possibile) chiamo il numero verde della società Tiemme (199-500-305 14cent/min.): “Fino alle 12 e 25 non ci sono bus per Campiglia Marittima – mi risponde cortese la signorina; abbiamo dovuto variare le corse perché non rientravamo nei costi”, ma allora perché sul sito di Trenitalia e sugli orari esposti in biglietteria si parla di un bus (che diventa treno nel sito) alle 11.30!? “Perché trenitalia non ha aggiornato gli orari su internet, né su carta” (il sito di trenitalia ad oggi mostra una corsa alle 12.08, via bus e la successiva alle 13.20, sempre con bus, ma non quella delle 12.25; mentre l’orario delle 11.30 è sparito).
Quindi? Quindi dalle 9.20 fino alle 12.25 non mi sono mosso da Piombino Marittima. Sono arrivato a Livorno Centrale alle 14.05. Totale ore di viaggio “lordo”: sei.
Tra Toremar (società statale di trasposto marittimo), Trenitalia e Tiemme (società che si è da poco costituita incorporando Atm e Rama) non sono riusciti ad aggiornare gli orari (carta e web) e neanche a rendere fattibile la coincidenza tra nave e treno.
Altro che banda larga, web 2.0 e social network!