Buoni propositi per il 2011

Bene, l’anno sta finendo ed è giunto il momento di dedicargli un post.

Però visto che a fare il riepilogo dei migliori gol dell’anno, dei migliori film usciti nelle sale e dei personaggi illustri che ci hanno lasciato ci penseranno le reti mediaset, qui voglio raccogliere i casi più imbarazzanti, gli orrori più incredibili che un parlante italiano possa sentire. Ecco i miei buoni propositi: unitevi alla lotta contro gli obbrobri. In ordine casuale e confusionario:

Mi piacciono i maglioni rossi, piuttosto che verdi, piuttosto che gialli, piuttosto che..

Ecco, cominciamo dal Re, colui che in bocca ai più infonde un senso di saggezza,  saccenza e chi più ne ha più ne metta. Parliamo dell’odiatissimo “piuttosto che“. Allora carissimi sboroni dovete sapere che il “piuttosto che” non avversativo fa schifo! “Piuttosto che scrivere un post inutile non scrivo niente”. Ok qui ci siamo. Mentre: “Puoi scegliere di andare a Parigi, piuttoso che Madrid, piuttosto che..”. No qui in questo caso non ci va il “piuttosto che”, ma una sana, semplice “o”. Punto.

Aspetta un attimino

Che cosa è un attimino!?!?! Per favore basta: un attimino non si può sentire!

il congiuntivo

ParoleNon sto a fare una lezione di grammatica, mi sembra ridicolo (guardatevi wiki, o riprendete il manuale delle elementari) e poi di sbagli ne faccio anche io, ma volevo giusto segnalarvi che il congiuntivo se usato non fa male e non è contagioso. Lo uso spesso (e spero bene!) e sono ancora qui.

Se non lo sai, sallo!

No, sappilo! Salliscilo! Sallotelo! Sallusti!.. Va bè lasciamo stare.

Gli immigrati, i tossici..

Chiudo questa brevissima carrellata con un pezzo da novanta: la sineddoche generalizzante (Wodak e Reisigl). Il plurale per il singolare. Il gruppo che sta per una persona. Già, anche perché di persone si tratta. Dicendo “gli immigrati” si finisce per svuotare la parola da quello che ci sta dentro: persone.

Gli immigrati, i giovani, i disoccupati, i facinorosi…Un incrocio di sintesi giornalistica e pigrizia di analisi. Tutto pur di non sforzarci di considerare che in una categoria stanno delle persone con ragioni, problemi, richieste.

Colpa del giornalismo?

Sintesi giornalistica, pigrizia nello spiegare i fatti e pochezza di vocabolo di chi scrive hanno colpa? Non lo so, ma di sicuro noi, tutti i giorni, abbiamo delle responsabilità (queste sì che sono nazionali!): sforziamoci di rendere l’ italiano meno lingua di plastica e più articolata di quello che passa per il tubo catodico.

Buon anno e buone chiacchiere a tutti.

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