Decentralizzare Facebook

Fake News, bufale, articoli verosimili o completamente inventati: sono tutti elementi che hanno in comune una caratteristica, quella di essere un problema e pure serio. 

Ormai sia Facebook che Twitter (sebbene dopo qualche, notevole, sforzo) hanno gettato la spugna. Perché leggere, analizzare e gestire tutto il flusso dei contenuti prodotti dagli utenti costa. Per questo il Social Media di Mark Zuckerberg si sta guardando intorno (come fa sempre, quando sente il bisogno di cambiare: dalla gestione della condivisione dei contenuti con specifiche persone presa da Google Plus, all’inserimento degli hashtag presi da Twitter,  per finire alle stories copiate da Snapchat) per capire come fare. Un’idea? Decentralizzare.

Se fossero infatti gli utenti (sì gli stessi che creano i contenuti) a monitorarli e segnalarli come fake news? Alcuni tentativi di “reddizzazione” (cioè di declinazione delle caratteristiche presenti in Reddit dentro altre piattaforme) esistono già. Gli utenti cioè votano (con il più classico dei sistemi: pollice alto, pollice verso) la qualità dei singoli contenuti dando un feedback su questi ultimi e rendendo di conseguenza questi pezzetti di informazione più o meno visibili a seconda del numero di giudizi positivi guadagnati nel tempo.

In questa maniera a garantire l’affidabilità dei contenuti non sarebbero più fonti esterne, ma gli stessi utenti. In una vera e propria decentralizzazione del lavoro di verifica per l’appunto.

Alcune nuovi social utilizzano già questo processo di verifica dei contenuti. Come Sapien, o anche Mastodon: l’alternativa open di Twitter.

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